Critica
Nella sua ricerca predilige la figura ed il volto femminili trattati mediante un segno grafico delicato che pare sfumarsi sulla tela elargendo particolari emozionali.
Toccante espressività nelle donne che raffigura, travagliate dalla trama fitta della juta, in un figurativismo che si rifà agli schizzi rinascimentali.
La sua è una pittura sensuale, che porta ad un dialogo profondo con chi osserva.
I suoi dipinti esprimono energia inesauribile di emozioni, incontri fra colori e sfumature che rendono percettibile il suo fluido creativo.
La sua inventiva si libera dai consueti schemi per lasciare spazio alla lodevole interpretazione della figura e l’uso e la scelta dei materiali lo rendono decisamente ed elegantemente contemporaneo.
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“La fluidità, il grande equilibrio tecnico di Luciano Cantoni mi hanno affascinato sin dal primo contatto.
E' veramente Pittore/Pittore, uomo di altri tempi che non gioca con l'arte, che all'arte ha dato tutto di se.
Lo si evince da un linguaggio estremamente controllato, sobrio e raffinatissimo, positivamente fuori da certe spericolatezze contemporanee. Lo si evince, lo si arguisce da tutte quelle immagini di giovani donne -ad esempio- in cui il colore diventa luce, voglia di gioia di vivere
Ha un timbro personalissimo, sommesso e quasi raccolto, data l'esaltazione equilibrata di una bellezza sincera e pulita.
Il segno/colore non divaga, rigetta gli orpelli giungendo al fine con autorevolezza e senza compiacimento.”
Prof. Lodovico Gierut
Storico- saggista e critico d'arte
(Marina di Pietrasanta - LU)
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Tratto dal Saggio
"LUCIANO CANTONI - Soffio vitale dell’oltranza realistica."
del prof. Lorenzo Bonini - critico esperto d’arte moderna e contemporanea (Milano).
…Soffio vitale dell’oltranza realistica. Spirito; corpo; carne; ossa; anima, materia e questo, nel senso dell'irrefutabile e dell'irreparabile, tanto per ciò che concerne la diretta immanenza, quanto per ciò che concerne la dedotta memoria. Quel refolo a oltranza, ispirato da Luciano Cantoni ha sollevato il proprio granuloso dorso e s'è eretto ponendovi le rinvigorite durature basi, lasciando che la sua eterogenea essenza venisse presa e ingurgitata, affinché dopo impervi turbini ora si mostri.
…Il tema trattato è una variante della figura femminile, il volto nello specifico, come fosse stato investito da qualche voce segreta, se non già da qualche segreto comando, del resto chi conosce la pittura di Luciano Cantoni ravvedrà procedere su questa serialità come in uno spartito di scala musicale, il volto femminile diventa luogo, l’arena, oserei dire, delle sue lotte analitiche del “racconto pittorico” e quando un particolare lo “sfida” lo affronta senza indugi, poi, quando è ben certo che quel punto collima con l’osservazione, comincia. Il primo gesto che compie è d'immergere la sfera del conflitto sociale come prova e descrizione delle nevrosi della borghesia, studioso della nuova figurazione, visto il suo interesse per il ritratto paradigma in cui l'angoscia è connessa assiomaticamente all'inconscio borghese, su modelli ancora proto-espressionistici. L'opera di ricerca di Luciano Cantoni (esempio di analisi etimologica: - Lucian Freud = Triste. Invece se è Freude = Gioia), sull'argomentazione l'analisi si fa più perigliosa, prende in esame la parte scientificamente meno verificabile fenomeni di gnoseologica: «teoria della conoscenza» per fornire una definizione di pratica e individuare i suoi possibili contenuti, studiarne i modi in cui è acquisibile la validità, accettando anche costosi compromessi con la rigida struttura della razionalità moderna.
…Nell’opera di Luciano Cantoni, le variazioni sui volti, i contorni precisi esprimono una specie di isolamento simbolico operato con una materia magra (secca) che fregia la iconografia e le labbra carnose (benestanti) gonfie di desiderio, come il rosso di un'alba piena di stupore a primavera o zenit del mezzodì con i trionfi dell'estate matura. Lo strazio o gli sfinimenti della sera e gli smarrimenti dell'autunno; poi con frequenza ed insistenza sempre maggiori, l'ombra bluastra della notte piena con le nebbie e i geli dell'inverno. È infatti, controverso che proprio lui, lo spirito dell'essere, sia assolutamente Moderno, in un mondo già vissuto, anticamente eterno e ripetutamente raccontato. Talvolta, nella notte di Luciano Cantoni, sembra di sentir crepitare la luce della luna; ma si tratta d'una luna intrappolata e infangata dai miasmi dei sentimenti, impulsi, passioni, amori e ardori. Tanto che la notte pittorica diventa sempre più simile alla consapevolezza quale necessità dell'assoluto che lo chiama e lo tenta, come possedesse la stessa lettura critica di ciò in cui consiste l'Essere, mettendo in forse, tanto l'essere e in ugual misura, il Moderno. L’altro versante è una pittura di impegno sociale essendo “psicologica” secondo il credo che vede l’arte come fiancheggiatrice e strumento di condizione, anche questo linguaggio è già stato esaminato e descritto come afflizione della vita.
…Le sue immagini sono impregnate di solitudine, tradotte in una solitudine animata dai contenuti di un soffio vitale.
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Dalla Rivista “Confini – Arte, letteratura, storia e cultura della Romagna antica e contemporanea”
Società Editrice “Il Pontevecchio”
LA ROMAGNA E LE ARTI FIGURATIVE
LUCIANO CANTONI Artista del femminile
di Loris Pasini (Cesena)
…I dipinti di Cantoni invitano ad effettuare una profonda introspezione, se non un vero e proprio e struggente esame di coscienza, per controllare se si può fare di più per tentare di migliorare il rapporto col mondo femminile. Personalissimi sono anche i tagli delle inquadrature e delle stesse figure. Con queste visioni parziali, e spesso in sospensione, costruisce un equilibrio diverso, capace di dare emozioni particolarissime. Ci invita a guardare con gli occhi del nostro intimo e a costruire la parte mancante secondo il nostro personale sentire, a crearci forti dubbi ed a cancellare i nostri evidenti ed irrazionali pregiudizi.
Con la sua pittura magistralmente tonale - dai colori raffinati, privi di vividi eccessi, con velate sfumature di grigio chiaro, giallo paglierino, rosa cipria, beige che fa da legame senza soluzione di continuità fra le sfumature chiare e scure dell’ocra, del seppia stemperato – regala quella bellezza che raggiunge la poesia e che ci serve da lenimento per i nostri quotidiani affanni.
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Le opere di Cantoni rimandano a raffigurazioni intime, mature, in cui si cerca di cogliere il momento del pensiero, dell’abbandono, dello sguardo, del riposo avvolgente.
Le figure femminili sono impresse sulle tele come fossero sculture, nel loro essere essenziali, senza fronzoli, senza preamboli; i colori usati nei toni del beige, ocra, rosato, suscitano emozione e sensualità, delicatezza e rispetto per le donne, nel loro vivere le gioie, le paure, le preoccupazioni percepite nei gesti e nel modo di porsi.
Lo sguardo dell’artista volge al sentimento ed all’emotività, colti nel muoversi delle mani, nell’espressione dei volti, senza alcun rinvio a contesti sociali o interpretazioni di problematiche esistenziali legate ad angosce dell’epoca.
I soggetti esprimono sensualità, momenti di vita vissuta, desideri nascosti, non si identificano in ruoli né suscitano richiami e messaggi di affermazione personale, non diventano simboli né emblemi.
Le figure femminili, contemporanee, sono fonte di riproduzione pittorica di per sé, per il mondo che esprimono e le emozioni che suscitano nel pensiero e nella mano dell’artista uomo.
Cantoni ama molto le donne, si avverte; l’universo femminile propone un messaggio di bellezza senza tempo, fuori dalla storia.
Giugno 2017 dott.ssa Pina Melai
(Calcinaia - PI)
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Recensione della personale “PER AMORE DI DONNA” SARSINA
Pittore-poeta vorrei definire Luciano, soprattutto per questa straordinaria ricerca del particolare nella rappresentazione dei volti della donna. Sono le pennellate fluide ma decise che sfumando in una impercettibile ma ricercata gradazione di colore, danno anima ad un volto. Questa è “Odette”, in cui le palpebre chiuse sembrano non curarsi di comunicare, ma le labbra semiaperte abbozzano un sorriso sensuale e provocatorio, che la mano “pudica” non nasconde, ma evidenzia.
Questi volti restano impressi nello sguardo di chi visita la mostra soprattutto per la loro capacità comunicativa.
La mano biricchina che sfiora la bocca, lo sguardo duro che sembra rimproverarti, i capelli in disordine e una delicata smorfia di sofferenza, sono i tratti di questo universale mondo femminile, che Luciano rappresenta con sottili ed eleganti elementi metaforici e che può farci pensare al drammatico tema della violenza. Ma Luciano è capace di guidare alla riflessione senza retorica. Nel merito dell’opera sono d’accordo con chi la definisce “caratterizzata da una costante fedeltà al figurativo, pur con la presenza non rara di elementi metaforici”.
Aggiungo che taluni tratti della sua pittura mi fanno pensare a certi “disegni per dipinto” di età rinascimentale.
prof.ssa Ines Briganti
Cesena
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I primi e primissimi piani di Luciano Cantoni ritraggono donne bellissime, eleganti, che non guardano mai direttamente chi posa lo sguardo su di loro: movenze suadenti, il fugace carpe diem d’un istante, il mostrato e celato, vengono sapientemente rappresentati con pennellate possenti sula tela di juta ma con toni volutamente freddi, per marcare un’inspiegabile distanza.
dott. Luca Franzil
critico d'arte - Udine
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Presentazione della mostra “LEDONNEDENTRO" alla Galleria “A Casa di Paola” di Forlimpopoli – 13 ottobre 2018
Non è facile il compito di presentare un artista noto come Luciano Cantoni, sul quale peraltro tutto si può sapere consultando il suo sito sulla rete.
Qui si trova che Cantoni ha una discreta fortuna critica, anche se, a mio parere, chi ha scritto finora su di lui si è quasi unicamente concentrato sul soggetto dominante della sua pittura che vediamo rappresentato anche in questa mostra a “Casa di Paola”. Molto si insiste, insomma, sull’attraente effetto donna, sulla bellezza sensuale delle figure, che in realtà Cantoni dipinge scavando nell’interiorità e negli stati d’animo dei personaggi rappresentati.
Personalmente ritengo che l’esclusivo soggetto al femminile assumerebbe un più preciso significato dal punto di vista della critica se connesso all’attualità delle arti visive e al ritorno d’interesse proprio per la figura umana, donna o uomo non importa, con una sua centralità dominante nel soggettario riferito alla realtà così complessa e problematica che stiamo vivendo.
E non è un caso che vi sia assai poco gaudio o sorriso in questi volti femminili dipinti da Cantoni; si potrebbe perfino parlare di una bellezza a tratti sofferente.
Circa l’analisi della pittura di Cantoni certamente c’è ancora spazio di studio da parte della critica.
Qui credo si possa sostenere che Luciano è pittore autentico perché visibilmente dipinge per esprimersi e non per stupire; non ama effetti speciali, ma ha messo a punto una sua tecnica pittorica fatta di sottili artifizi esecutivi, caratterizzata da essenzialità coloristica tendente quasi alla monocromia, da un uso misurato ed equilibrato della luce, da una semplificazione compositiva con fondali solo apparentemente neutri, ma in realtà finemente lavorati, dai quali emergono le sagome figurali.
E’ uno stile pittorico quello di Cantoni che nella costruzione delle immagini, nei tagli e nelle inquadrature delle figure, nelle pose dei soggetti trova affinità con lo stile fotografico. Certi primi piani, i dettagli e le espressioni dei volti rimandano ai fermi immagini cinematografici del miglior cinema realista.
E’ questo un rilievo sulla pittura di Cantoni che, nella stagione delle arti visive segnata da una marcata tendenza alla contaminazione delle tecniche e degli stili, può valere, io credo, come un ulteriore elemento di considerazione e di merito.
Orlando Piraccini
studioso d'arte - giornalista - Cesena
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Commento relativo all’opera “JOSEPHINE”
Il ritratto è splendido. Lo definirei un insieme perfetto di colori, gradazioni, sfumature, lineamenti, particolari che trovano, ciascuno, precisa collocazione per determinare nel loro insieme forti pulsioni nell'osservatore.
Intanto le dita della mano di un uomo, nella stessa posizione e pausa di riflessione, non assumerebbero quella "forma", si disporrebbero diversamente quindi é proprio in tale particolare che, a mio avviso, si riverbera al massimo l'essere "femmina". Emancipata. Fumatrice. Stanca delle incombenze che quotidianamente affronta e delle lotte generazionali che l'hanno portata alla conquista di sé stessa. È decisamente madre, femmina impegnata a concedersi e pretendere ma il bilancio che sta esaminando fra una boccata e l'altra non guarda tanto alla pregressa contabilità, il vissuto, ma si proietta anche in avanti, quando i figli saranno cresciuti, comparse le prime impercettibili rughe, i riflessi dei capelli bianchi che non potranno più strapparsi uno ad uno.
Nel ritratto di Luciano Cantoni c'è meditazione, filosofia, presa di coscienza della caducità di ogni cosa, riflessioni tutte concentrate nella tempia sinistra stretta dalla pinza costituita da mignolo ed anulare. È giunto il momento che non è più ammesso sbagliare, le scelte indirizzate solo alla conquista della propria felicità.
Sarà dura.
Mauro Giovannelli
Scrittore, saggista, critico
(Genova)
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Luciano Cantoni ha un'innata sensibilità nel ricreare l'universo femminile. L'artista è capace ampiamente di addentrarsi nelle sfere più intime della figura, grazie ad uno studio di visione attenta e profonda.
Il supporto della Juta permette all’artista di imprimere maggiormente l’espressività profonda creata mediante una colorazione intensa, contrastante e talvolta tagliente.
Le sue figure esprimono emozioni toccanti, l’artista si concentra sul viso e sul corpo delle sue modelle che sono circondate esclusivamente da bagliori luminosi e cromatici.
Nelle opere esiste un'aderenza vellutata tra il soggetto rappresentato e la sfera emotiva, un gioco psicologico dove l'osservatore può ampliare la sua visione, meditando con attenzione sull'espressività dell’essere umano. Un mondo nuovo da scoprire, in quanto le emozioni sono illimitate; in ogni soggetto si amalgamano dolcemente gli accostamenti di colori caldi che avvolgono la figura unita ad una luce prospettica di grande spessore.
L'artista Cantoni trasforma il dipinto in un'atmosfera romantica, in alcune opere risulta impietosa ed inesorabile, in altre suggestiva ed implacabile; le varie dinamiche dell'espressione del "gentil sesso" non sono per nulla facili da interpretare, ma l'artista riesce a creare capolavori unici.
La sfera femminile è un mondo colmo di varie sfaccettature, nelle opere di Luciano Cantoni si ammira l'attenta ricerca di sviluppo, anche nei materiali usati che con un'attenta ricerca di studio ricrea un fascino reale. I soggetti parlano con lo sguardo, avvolgono l'osservatore in un mondo dove la coscienza si scontra con la conoscenza, a volte la presunzione di alcune visoni nasconde la vera realtà della donna. Ed ecco che Cantoni con il suo tocco maliardo, unisce il colore con l'espressione creando una seducente visione. Ogni piccola percezione emotiva catturata dall’artista regala al fruitore una componente della realtà femminile e della sua sfera emozionale, intuitiva e complessa nel suo pensiero.
Luciano Cantoni è un pittore ispirato dalla visionarietà simbolista, la figura diventa metafora di significati interiori del tutto contemporanei, l’immagine della donna è celebrazione della figura femminile, del suo fascino, della sua grazia e della sue complessità mentali.
L’arte di Cantoni espande una visione interiorizzata ed intimistica, il mondo esterno coinvolge il rappresentato attraverso la colorazione dello sfondo che non presenta nessuna caratteristica se non una colorazione importante e sfumata.
Le figure raccontano le emozioni provate attraverso sguardi intensi, i grandi occhi del soggetto sono espressivi, talvolta inquieti, tristi, stanchi, sorpresi ma anche passionali e carichi di ardore.
Archivio Monografico dell'Arte Italiana - settembre 2019
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Gli intensi volti in primo piano di Luciano Cantoni colpiscono per la loro sincera profondità: le donne ritratte abilmente parlano con gli occhi e l'espressione, sembrano voler catturare lo sguardo dell'ammiratore per instaurare con lui un silente dialogo. La scelta tecnica di dipingere sulla tela di juta sembra quasi dare alle opere un sapore antico - quasi un richiamo a Tiziano o Tintoretto - ma rielaborato e attualizzato con un linguaggio assolutamente contemporaneo
dott. Luca Franzi
critico d'arte - Udine
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Volgo lo sguardo a Luciano Cantoni e a quella che a suo tempo ho definito una “autentica libertà inventiva”, declinata e costruita pittoricamente e graficamente, che ne fa un artista a tutto tondo, cioè completo.
Cantoni – lo voglio dire – pur nella diversità di certe impostazioni, avrebbe sicuramente avuto le lodi del grande Pietro Annigoni, data la morbidezza e l’equilibrio dei ritratti, in specie quelli legati alla figura femminile, Piacciono e ammaliano, tant’è che da tempo fano parte di importanti collezioni pubbliche e private.
prof. Lodovico Gierut
Storico - Saggista e Critico d'Arte
Lido di Camaiore 2022